Chi Siamo

Il Movimento Pro Sanctitate è una realtà ecclesiale che vuole far conoscere, accogliere e vivere la chiamata di tutti alla santità. È stato fondato a Roma nel 1947 da don Guglielmo Giaquinta, diventato poi vescovo di Tivoli, oggi Servo di Dio.

I membri del Movimento si impegnano a vivere con gioia e ad annunciare, a tutti e in ogni ambiente, l’infinito amore del Padre che chiede una risposta massima di amore.

Anche nella nostra Parrocchia è presente il Movimento; è possibile incontrarci ...

 

 

La nostra Storia

Il Santo Padre Giovanni Paolo II, nella sua bellissima, struggente Lettera agli anziani, dice
che questi per la civiltà umana sono “custodi di una memoria collettiva”.

Al fondo di ogni nascita c’è una radice, e la radice del nostro Centro Operativo di Salerno,
mi viene spontaneo dire - della nostra famiglia Pro Sanctitate - sono stati una Oblata Apostolica
Tita La Mastra, siciliana di Grotte, ed un sacerdote salesiano Don Luigi Cosato, che ha assunto cn
profondo amore e sapienza sacerdotale, l’ideale Pro Sanctitate di cui Tita gli aveva parlato. Don
Luigi aveva anche partecipato ad una esperienza di un Convegno sacerdotale “Pro Sanctitate” a
Sassone nel 1969. L’incontro, certo rassicurante, con il Fondatore del Movimento, Mons.
Guglielmo Giaquinta fu molto significativo: Mons. Giaquinta e Don Luigi si incontrarono e si
compresero sul terreno fertile della santità e dell’amore infinito di Dio.

Il lavoro “Pro Sanctitate” iniziò, umilmente, silenziosamente, ma con la sapienza pastorale
di Don Luigi attraverso la Direzione spirituale (così cara anche al nostro Padre Fondatore!) e
l’amicizia con le famiglie, quest’ultima una costante nell’attività apostolica Pro Sanctitate a Salerno.
Dalla direzione spirituale al gruppo che poi trovò la propria identità apostolica, spirituale,
strutturale, nella meditazione e nell’assunzione del messaggio Pro Sanctitate esposto nel volume-base                          di Mons. Giaquinta: L’amore è rivoluzione.Don Luigi si impegnava con entusiasmo e
generosità e leggiamo in una relazione fatta al Convegno Nazionale Pro Sanctitate del ’74 questa
dichiarazione “La sua carica interiore entusiasmava molto, unitamente al suo interesse per il
messaggio altamente qualificato, alla sollecitazione costante ed un forte impegno missionario. E il
gruppo si allargava e cominciò ad aprire le porte ai giovani che sempre più numerosi si accostavano
al Movimento.

“Se il chicco di grano non muore”. Per Don Luigi venne l’ora del distacco: nel settembre
del ‘73 Don Luigi, fu inviato Parroco in un’altra zona. Scrive: “mi sembrò opportuno proprio nel
giorno della mia partenza da Salerno, settembre ’73, lanciare il Movimento al servizio della
Diocesi, sotto la responsabilità dei laici e sacerdoti, spiritualmente sempre presente … Da questa
piccola parrocchia di campagna prego affinché il Signore voglia generosamente assistere coloro che
mi hanno sostenuto perché il seme gettato diventi sempre più fecondo”. Generoso amore di pastore!

Quanti volti di fratelli e amici, alcuni tornati alla Casa del Padre, altri presenti, si affacciano
al balcone della storia per raccontare i mille passi, le difficoltà, le realizzazioni, le offerte di questi
anni. Realtà feconda, quella di Salerno, se il 20 giugno del ’79 - a dieci anni di distanza - si può
organizzare nella Sala S. Tommaso in Duomo il primo Convegno Regionale della Campania sul
tema: “Un Movimento per la santità: Tutti santi, tutti fratelli”. Presenti il Vescovo di Salerno Sua
Eccellenza Mons. Gaetano Pollio che ha presieduto la concelebrazione e Mons. Giaquinta che ha
tenuto l’omelia. Un discorso bellissimo, quello del Fondatore, che diede al Centro Operativo Pro
Sanctitate di Salerno il timbro della “tempesta di Pentecoste”. Un discorso che tutti custodiscono
come “testamento” da vivere. Cito alcune espressioni:
“I primi secoli della Chiesa, che per noi devono essere esemplari, mostrano almeno tre
tempeste dello Spirito.
Una prima tempesta nel Cenacolo dove c’è Maria che prega e attorno a lei gli Apostoli
anch’essi in preghiera: è la tempesta del fuoco.
Una seconda tempesta distanziata lungo i secoli - la tempesta del sangue - lungo la quale
una schiera di martiri e stuoli di vergini trovano la forza della immolazione.
C’è poi una terza tempesta - quella della sabbia, del deserto.
Dopo la pace di Costantino i cristiani fuggono nel deserto, nelle tebaidi per ritrovare il loro
contatto con Cristo che temevano poter essere compromesso dall’invasione del cristianesimo nel

Dobbiamo cercare di rivivere le tre tempeste ed allora avremo la certezza della santità.
Quella della Pentecoste che ci ricorda in modo particolare due sacramenti (battesimo e
cresima) che ci pongono di fronte alle nostre responsabilità di cristiani.
La tempesta del sangue che richiede il superamento delle proprie tendenze per la
realizzazione del piano di amore anche quando questo non coincide con il piano della istintività.
La tempesta del deserto che ci deve portare a incontrare lo Spirito e il Signore nella
preghiera per poi tornare nel mondo che ci guarderà forse meravigliato ma anche incantato di
fronte a chi si è lasciato attrarre dall’amore.

La responsabilità di lasciarsi travolgere dal turbine di queste tempeste va vissuta
soprattutto di fronte ai giovani che cercano dei punti di riferimento, che siano punti di luci, di
esemplarità, di modello. A noi essere irradiazione di Cristo, esemplarità completa di un
cristianesimo non detto ma vissuto”.
Si ebbe in quel momento l’esperienza di quanto e come il Movimento Pro Sanctitate avesse
avuto un ruolo specifico prima del Concilio Vaticano II e continuasse ad averlo per la costruzione
di un mondo di “tutti santi, tutti fratelli”.
Nascono negli anni, con la creatività apostolica e spirituale degli associati e aderenti del
Movimento, tante iniziative. Angela D’Amico, attivissima Direttrice per molti anni, è sempre
vigile nel sollecitare, sostenere, incoraggiare. La sua fedeltà a Monsignore e al Movimento è uno
dei doni più preziosi che custodiamo nel cuore.
Nascono “i cenacoli di palazzo”, incontri formativi settimanali, i nuclei di preghiera
“Madonna della Fiducia”, la diffusione del Movimento attraverso la Radio (Radio Stella) e altri
mezzi di comunicazione. Come in ogni Centro Pro Sanctitate, la Giornata della Santificazione
Universale è un momento privilegiato di aggregazione, di diffusione, di preghiera, di catechesi.

Alcune volte la Giornata si svolge in Cattedrale presieduta dal Vescovo (es. 1° Novembre 1988)
altre volte in varie Parrocchie di Salerno. Scorrendo le relazioni - precise, puntuali, esaurienti -,
siamo veramente colpiti da alcune note caratteristiche del Movimento Pro Sanctitate di Salerno:
l’attenzione a tutta la vita del Movimento con la partecipazione a Convegni, incontri,
manifestazioni nazionali varie, e quindi la gioia dell’appartenenza; la generosità anche economica
con cui sono state sostenute le attività Pro Sanctitate (anche la nostra Missione in India); la varietà
di iniziative alla ricerca del meglio e del di più; la fedeltà al pensiero del Fondatore. E questa
fedeltà al Fondatore è stata in un certo senso premiata: infatti l’unica Festa della Luce celebrata da
Monsignore è stata qui a Salerno nel 1991 il 12 aprile nella parrocchia dell'Immacolata. Ne
conserviamo, bellissime, le immagini in un video. In tale occasione il Padre Fondatore spiegò il
senso e il valore della Festa della Luce.
Negli anni si sono succeduti dei sacerdoti attivi assistenti spirituali, di cui rimane vivo il
ricordo, che hanno creduto, amato, lavorato e sofferto per la chiamata universale alla santità e
hanno sostenuto e guidato il Movimento. Ne ricordiamo due: padre Mosé Fortunato O.F.M.
cappuccino e Padre Cleto ritornato alla casa del Padre di cui è rimasta una affettuosa testimonianza
da parte del Centro Operativo del suo zelo sacerdotale per la Pro Sanctitate. Attualmente il nostro
assistente spirituale è padre Gerardo Di Poto.

Innanzitutto due nomi che cominciano a comparire alla fine degli anni ’80: Rosario e Paola
Capuano, una coppia di sposi e di genitori, che accolgono intorno a loro tante altre famiglie - quasi
ideali eredi della prima “vocazione” del Centro Operativo di Salerno -, e assumono in pienezza
l’ideale Pro Sanctitate. Ricordate: “Cenacoli di palazzo”? Bene, loro hanno costruito con tante altre
famiglie dei “Cenacoli di famiglia”. Uniti nella gioia e nel dolore, nell’impegno di santificazione e
nell’attività apostolica.
La ‘vocazione’ di Paola e Rosario è nata da attività vocazionali organizzate dalle Oblate
Apostoliche da loro seguite per molti anni. Anche il gruppo di Dragonea, di cui parlerò, ha avuto
inizio da questo ‘taglio vocazionale’ inteso e come vocazioni di speciale consacrazione e come
vocazione in senso più ampio: alla vita, allo stato matrimoniale; vocazioni tutte ministeriali
nell’interno della Chiesa santa di Dio.
Poi nelle “relazioni” si evidenzia una diffusione a macchia d’olio: presenza in molte
Parrocchie, missioni ministeriali (tanto ricca quella nella Parrocchia di S. Gaetano), diffusione della
Giornata della Santificazione Universale, presenza attiva nella Diocesi. Non a caso Don Luigi
Cosato prima di lasciare aveva “lanciato il Movimento a servizio della Diocesi”. Ed ancora Corsi di
esercizi spirituali per adulti e giovani, incontri di spiritualità. L’amore è diffusivo di sé e ad un certo
punto nasce a Dragonea, vicino a Salerno, una nuova realtà Pro Sanctitate: altri fratelli e sorelle,
altri luoghi di attività. Dai resoconti si coglie che è sempre viva in tutti l’esigenza di una formazione
seria e profonda: alto è l’ideale, attraente ma ardua la meta.

Un aspetto rilevante, nota quasi costitutiva di questo Centro è il profondo legame con
l’Istituto delle Oblate Apostoliche. Una Oblata ha gettato il piccolo seme, ma poi nel corso degli
anni è stata assidua, fraterna la presenza delle consacrate: Gilda Napoleone, Antonella Maresca,
Marialuisa Pugliese, Maria Severino e la qui presente Teresa Carboni, (che, detto fra noi segue con
affetto di predilezione questa realtà). Una presenza che ha sostenuto le varie attività apostoliche e le
missioni; e qui l’elenco delle collaboratrici aumenta: Tiziana Davico, Mirella Scalia, Rita Refalo,
Rosetta Di Bella, tante giovani oblate in formazione. E non ultima la presenza della Sorella
Maggiore Generale Giuliana Spigone con il Fondatore. Ma c’è un aspetto ancora più profondo ed
intimo che collega il Centro Operativo di Salerno con la Famiglia del Massimalismo e con l’Istituto
delle Oblate Apostoliche. Molti partecipanti hanno accolto e seguito la vocazione di Oblate
Cooperatrici e di Animatori Sociali; e alcune famiglie, affettuoso “nido” d’amore, si sono radicate
nel cuore di un carisma che abbraccia l’ideale della santità comunitaria, e perciò anche familiare, e
della fraternità universale.

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